2013-02-12

Silvano Cereser, il «comandante» che girò il mondo ma amò Milano

Silvano Cereser, il «comandante» che girò il mondo ma amò Milano:

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Silvano Cereser, il «comandante» che girò il mondo ma amò Milano

Nato nel 1916, durante la seconda guerra mondiale fu capitano di corvetta e ardito pilota

Un uomo di straordinaria cultura e personalità, riservato e generoso. Cittadino del mondo, scelse Milano quale punto di riferimento, la casa dove ritornare perché la considerava l' unica città italiana viva, capace di mettersi a confronto progettuale con il mondo intero. Nato a Treviso nel 1916, Silvano Cereser fece l' accademia militare a Livorno e si laureò in Ingegneria all' università di Pisa. Durante la guerra mondiale fu capitano di corvetta e ardito pilota. Compì 233 incursioni aeree nei cieli del Mediterraneo come aviatore della Marina, fu insignito di quattro medaglie al valor militare, due d' argento e due di bronzo. Nel luglio del 1942 venne abbattuto. Catturato, mentre si trovava nel porto di Massaua a bordo della nave inglese Varala, che lo avrebbe dovuto trasportare in India, con altri tre ufficiali evase a nuoto, rifugiandosi a bordo della Giulio Cesare, che stava imbarcando profughi. Accortisi della fuga, le autorità inglesi sospesero gli imbarchi. Silvano e i tre compagni, informati che il comandante della Giulio Cesare intendeva affondare la nave per non lasciarla requisire dal nemico, decisero spontaneamente di consegnarsi agli inglesi. Sbarcarono dalla Giulio Cesare tra gli applausi dei profughi. Silvano venne poi deportato in un campo di concentramento in Eritrea. Terminato il periodo bellico, si sposò con Lidia Saettone e si trasferì a Milano. Iniziò a girare il mondo per realizzare dighe. Il suo lavoro più importante fu quello di costruire come capoprogettista, tra il 1975 al 1984, il colosso architettonico dell' Itaipu, la centrale idroelettrica più grande del mondo. Si tratta di una diga che sbarra il fiume Paranà, formando un enorme lago tra Brasile e Paraguay. Intanto la moglie Lidia dal 1973 era diventata molto amica della milanesissima Giovanna De Sanctis, che aveva un' industria di abbigliamento a Rio de Janeiro. Quando nel 1981 Lidia si aggravò, prima di morire pregò Giovanna di prendersi cura di Silvano, il «comandante», come tutti lo chiamavano, per i suoi trascorsi di guerra e per il suo carisma. A poco a poco si passò dall' amicizia all' amore. Così si sposarono nel 1990. Negli ultimi anni Silvano si è dedicato alla passione per la fotografia e i film amatoriali, in viaggio da un Paese all' altro, curioso di conoscere nuovi usi e costumi. Ma poi tornava sempre alla sua Milano. Franco Manzoni addii@francomanzoni.it
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